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Scopri quali sono i principali KPI per l’e-commerce e come possono aiutarti a valutare l’andamento del tuo negozio online. Con le informazioni giuste potrai prendere decisioni più efficaci.Una volta che avrai configurato Google Analytics e avviato il tuo e-commerce, dovrai identificare quali sono le informazioni che ti consentono di capire se la tua attività sta andando bene (e-commerce KPI). Per prendere decisioni efficaci è importante analizzare dati concreti che ti permettano di vedere se le tue decisioni siano proficue o no. In questo post, ti spiegheremo che cosa sono i KPI (dall’inglese “Key Performance Indicators”, ovvero indicatori chiave di prestazione) e perché vanno monitorati e gestiti costantemente per aumentare i profitti del tuo negozio online.
1. Traffico totale sul sito
Ogni webmaster ha il compito di tenere sotto controllo il numero di sessioni e di utenti che visitano il proprio dominio. Non importa quanto il tuo e-commerce sia utile e ottimizzato: se non genera traffico non potrai concludere nessuna vendita. Partendo dal traffico totale puoi analizzare vari elementi per ottenere ulteriori informazioni. Ad esempio puoi dividere il traffico totale in base al paese degli utenti, oppure confrontare il traffico totale generato dai nuovi utenti con quello che avevi riscontrato in precedenza. In questo modo puoi constatare in quali paesi il sito web è poco visibile, o se gli utenti sono propensi a tornare sul sito.
2. Traffico per ogni scheda di prodotto
È importante sapere quali prodotti ricevono più visite, non solo per individuare le pagine che riscuotono più interesse ma anche per capire se i tuoi prodotti sono sufficientemente allettanti da generare conversioni. Ricorda: in alcuni casi potrai ricevere delle sorprese! Non è raro riscontrare che gli utenti siano più interessati ai prodotti che non ti aspettavi. Può anche verificarsi l’esatto contrario: magari prevedi che un ottimo prodotto generi molto traffico e in realtà non raggiunge abbastanza visualizzazioni. Le analytics ti possono aiutare in vari modi, ad esempio per pianificare diverse strategie di navigabilità, cambiare la collocazione dei prodotti all’interno dei banner o dei menù, oppure lanciare campagne mirate per promuovere un determinato articolo.
3. Tasso di conversione
È forse una delle metriche più importanti e indica la percentuale di utenti che compie una particolare azione (conversione) calcolata sul numero totale di visite ricevute. Per esempio: se cento utenti arrivano sul tuo sito e solo uno fa un acquisto, il tuo e-commerce ha un tasso di conversione dell’1%.
In un negozio online una conversione equivale quasi sempre ad un acquisto (ovvero l’azione che ti aspetti dagli utenti). Tuttavia è il webmaster a decidere quali obiettivi debba avere la conversione, siano essi acquisti, download di e-books o invio di un modulo contenente dati. Qualora il tasso sia ridotto dovrai intervenire con azioni correttive.
Per ottenere maggiori informazioni a tal riguardo puoi prendere in considerazione alcuni segmenti. Ad esempio puoi dividere il tasso per canali di acquisizione per individuare le attività di promozione che offrono migliori risultati in termini di vendite. Così facendo sarai in grado d’identificare quali campagne, ad esempio su Instagram, generano più conversioni. A questo punto potrai investire maggiori fondi su di esse o prenderle a modello per promozioni future.
4. Pagine di uscita e tasso di abbandono del carrello
Queste misure indicano in quale punto del processo di acquisto i clienti si bloccano. Le pagine di uscita indicano dove l’utente ha abbandonato il sito. Il tasso di abbandono del carrello, invece, è la percentuale di utenti che, pur aggiungendo un prodotto al carrello, non terminano l’acquisto. Le cause possono essere molteplici e dovranno essere analizzate per ottimizzare le vendite. Magari l’utente se n’è andato perché ha dovuto inserire troppe informazioni (in alcuni casi viene richiesta anche la carta d’identità per effettuare un acquisto); forse i metodi di pagamento non lo convincevano; forse ha notato costi addizionali che non apparivano nella scheda del prodotto; oppure il tasto per navigare da una pagina all’altra non funzionava.
Tenere sotto controllo questi fattori ti permetterà di risolvere eventuali problemi, evitare che alcuni elementi rallentino o blocchino il processo di acquisto; di conseguenza potrai aumentare le vendite.
5. Durata media della sessione, pagine visualizzate per sessione e frequenza di rimbalzo
Si tratta di KPI che descrivono la qualità del traffico. Più pagine vengono visualizzate e più è elevato il tempo di permanenza, più i potenziali clienti sono interessati a ciò che visualizzano.
La frequenza di rimbalzo, invece, indica la percentuale di traffico totale che esce dalla pagina prima di aver interagito con il sito web. In genere il motivo più comune che causa un rimbalzo è dato dal fatto che l’utente non ha trovato quello che si aspettava. Quindi se rilevi alte frequenze di rimbalzo in una pagina chiediti se è stata ben progettata, se esprime chiaramente ciò che vuoi trasmettere e, infine, se il traffico che stai indirizzando su di essa sia davvero adeguato. Oltre ai KPI per l’e-commerce dovrai considerare gli indicatori tradizionali rilevanti per qualsiasi attività commerciale o negozio. Ci riferiamo a dati come fatturato totale, valore medio degli ordini, profitti netti… È possibile visualizzare questi indicatori anche su Google Analytics inserendo un codice di monitoraggio fornito dalla stessa applicazione. Controllare e revisionare i principali KPI del proprio negozio online dovrebbe essere una priorità nell’agenda di ogni webmaster. Dopotutto lo scopo dell’analisi web è quello di raccogliere tutti i dati disponibili e utilizzarli per prendere decisioni più consapevoli. Imparare a leggere e a interpretare i dati ottenuti può fare la differenza tra il successo o il fallimento di un e-commerce.